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Street Photography: cosa fotografare

Cosa fotografare in una sessione di street photography

Cosa fotografare e come farlo in maniera produttiva. Ho inserito diversi progetti pratici su cui cimentarsi: in questo articolo vedremo le linee guida che portano alla realizzazione di un progetto fotografico in strada.

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare

Lucio Anneo Seneca

Nella letteratura fotografica che descrive cosa fotografare si legge spesso che la quantità di buone fotografie portate a casa rappresenta una minima percentuale rispetto all’intero corpo di scatti eseguiti durante una sessione in strada. La regola ufficiosa che vige è quella di 3 su 36: tre scatti buoni su trentasei pose eseguite in un classico rullino di pellicola fotografica. Questa regola è senza dubbio rispettata dai migliori fotografi ma a livello amatoriale la percentuale di successi scende drasticamente.

Con l’avvento della fotografia digitale “cosa fotografare” ha acquisito un significato moderno e, oserei scrivere, commerciale: dipende da quello che in quel momento passa per la mente al fotografo nell’attimo dello scatto con un fittizio vantaggio “più scatto più foto avrò”. Infatti la fotografia digitale è praticamente a costo zero, possiamo cioè eseguire un numero elevato di foto, in tutte le condizioni ottiche che vogliamo.
Penso che questo lato della fotografia digitale abbia implicazioni negative sulla riuscita di una sessione di scatti.

E’ per questo motivo che nei miei workshop e corsi tengo a sottolineare l’importanza della preparazione di una sessione di street photography: studiare preventivamente quello che si vuole riprendere aiuta a focalizzare l’attenzione su cosa fotografare e senza dubbio influisce sulla qualità delle foto buone portate a casa.

Vediamo allora cosa fotografare e come farlo in maniera produttiva.

La strada è sede della vita sociale e commerciale di una città. Nelle vie urbane troveremo sicuramente persone, gente che lavora, animali domestici e non, bambini che giocano e turisti che osservano. Tutto ciò rende la fotografia in strada molto affascinante ma anche estremamente difficoltosa: il rischio di essere dispersivi e sprecare le energie su soggetti diversi è facile.

Il piano
Di fondamentale importanza è decidere prima cosa fotografare. La street photography non è “passeggiare e scattare foto” ma ha qualcosa di più sublime e profondo che il fotoamatore deve sempre tenere a mente. Scattare in strada significa cogliere momenti della vita quotidiana dei soggetti, immortalare eventi, comunicare sensazioni e raccontare storie; l’intima corrispondenza con il soggetto è vitale per la street photography.

A tal fine è necessario pianificare l’uscita fotografica nelle strade cittadine. Consiglio allora di scrivere un progetto fotografico in cui verrà specificato il luogo, il soggetto, la luce e tutto quello che vorrete immortalare nel vostro scatto. Il fine ultimo sarebbe, se possibile, avere la foto ideale stampata in mente e trovare tutte le possibili combinazioni per eseguirla. Uscite da casa con la lucida consapevolezza di sapere cosa fotografare.

Una semplice regola da seguire per programmare cosa fotografare è quella delle 5 W.

Le cinque W stanno per:

Chi. Il soggetto dovrete studiarlo bene perchè sarà di fondamentale importanza nella riuscita dell’intero progetto. Chi volete ritrarre? Sarà una donna o un uomo, un bambino, un anziano? Sarà un commerciante o uno che passeggia? Ad esempio se volete concentrare l’attenzione su un anziano che fa la spesa, dovrete immaginarvi i posti più frequentati da anziani (mercato, ufficio postale, farmacie, ecc.) e “battere” quelle zone in cerca dello scatto giusto.

Questa “programmazione” può apparire noiosa e priva di improvvisazione artistica ma è tutto l’opposto.

Che cosa. Nel progetto dovete avere chiaro cosa fotografare: cosa fa il soggetto? Se volete fotografare un anziano signore che fa la spesa, avrete bisogno di recarvi nel luogo in cui sarà più probabile trovarne uno e questo dovrà fare qualcosa inerente l’argomento “fare la spesa”. Potete allora prefigurarvi lo scatto che lo ritrae mentre sceglie i peperoni (o altro) da un banco al mercato, potete immortalarlo mentre consegna il denaro al commerciante o mentre osserva la scollatura della commessa!

Quando. La foto sarà fatta di giorno o di sera? In primavera o durante un freddo pomeriggio invernale? Che luce colpirà la scena? Cosa fotografare e quando farlo sono strettamente legati.

Vi sarete creati le condizioni favorevoli allo scatto giusto.

Dove. E’ essenziale sapere dove andare (nella piazza centrale, in periferia, vicino una fabbrica, al parco, ecc.) perchè in questo modo avrete un quadro chiaro degli spazi che percorrerete. Non girate senza meta ma stazionate spesso in prossimità dei punti di passaggio e attendete. Cercate di capire i movimenti delle persone e quindi di anticiparli: in questo modo avrete una frazione di secondo in più per scattare!

Perché. Il più importante secondo il mio punto di vista. Cosa volete trasmettere e cosa fotografare? Racconterete una storia, mostrerete un avvenimento o comunicherete delle sensazioni: il vostro scatto deve “dire” qualcosa altrimenti diventa un’immagine sterile e fine a se stessa. Buttate giù due righe su quello che la foto vuole esprimere, sulla storia che volete raccontare.

Esperienza personale
Volevo ritrarre un bambino che faceva cose da bambini! Sembra banale come progetto ma vi assicuro che non lo è nella pratica. Il giorno che avevo scelto era una domenica pomeriggio perchè sapevo che nella mia città le famiglie passeggiano con i bimbi vestiti in maschera per le vie del centro. Mi sono recato nella piazza principale perchè è il luogo di passaggio e ho osservato la situazione: centinaia di bambini insieme ai genitori e amichetti che facevano troppe cose diverse. Insomma, era troppo caotico per concentrare l’attenzione su quella che era la mia idea. Ho sentito una musichetta provenire dal corso adiacente la piazza e mi ci sono recato. Qui ho trovato due artiste di strada che avevano messo in scena uno spettacolino con i burattini. Avevo trovato il posto giusto. Infatti i bambini si sarebbero soffermati per assistere alo spettacolo. E’ così cominciato un lungo periodo di conoscenza con le artiste: sono stato ore lì vicino, abbiamo chiacchierato, preso il caffè… ero diventato parte del set; ero una quinta che faceva parte dello spettacolo così come il muro dell’edificio dietro di loro. In quell’occasione ho scattato più di duecento foto ma quando finalmente ho trovato la mia, quella che cercavo, mi sono fermato. Era lei la foto che mi ero prefigurato: un bambino che faceva una cosa da bambini. La foto rappresenta un bimbo vestito in maschera con una coppetta gelato in mano; lo show intratteneva decine di bambini ma ad un certo istante uno di essi si è staccato dal gruppo e quasi inosservato si è diretto verso il le scene dello spettacolino. L’ho colto mentre spia dietro il set… eccola:

Nei miei workshop sulla fotografia in strada faccio sempre un’analogia con il mondo della scrittura perchè rende bene l’idea della fotografia mirata. L’analogia è: scrivere un rmanzo – scattare una foto. Uscire e passeggiare con la macchina fotografica al collo è come aprire il quaderno e impugnare la penna. Nulla di sbagliato fino a quando non si sa cosa scrivere. Non possiamo guardare il foglio bianco nell’attesa che ci venga in mente cosa scrivere: lo scrittore ha un filo logico o comunque sa in che senso andrà la storia che sta raccontando. Così accade anche nella fotografia. Mettersi nelle condizioni ideali per schiacciare il pulsante dell’otturatore è fondamentale! Poi succederà che l’improvvisazione e l’estro creativo prenderanno il sopravvento ma ricordiamoci che li abbiamo condotti noi verso quella situazione.

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