Quale fotocamera fa per te: consigli pratici
Spesso amici, appassionati e studenti dei corsi che tengo mi chiedono consigli su quale tipo di fotocamera sia più adatta al genere di foto che gli piace scattare. Questo articolo prende spunto da una recente discussione che ho intrapreso con un amico ma può essere tranquillamente esteso a situazioni simili.
Fabio, questo il suo nome, mi dice che ha intenzione di affiancare alla sua reflex Canon 70D una fotocamera mirrorless, nello specifico la Holympus EM10.
In poche parole la fotocamera mirrorless:
Questa nuova tipologia di fotocamere adotta le ultime tecnologie e i più recenti algoritmi che permettono risultati sbalorditivi. Il loro sensore è più piccolo dell’APS-C (ma ce ne sono anche a pieno formato) e di conseguenza sono più compatte. Hanno un mirino elettronico e i modelli di alta gamma permettono di inquadrare il soggetto e visualizzano la foto che verrà registrata; sono dotate inoltre dei migliori “optional”. Sicuramente un’innovazione tecnologica di tutto rispetto.
Fabio è rimasto affascinato da tanta tecnologia e mi ha comunicato che vorrebbe utilizzarla in strada perchè più discreta e immediata rispetto alla sua reflex. Io ho obiettato che i soldini spesi per la Holympus (circa € 700) li potrebbe investire nell’acquisto di una reflex full frame, una volta venduta la sua Canon 70D o impiegarli in ottiche professionali. Ha controbattuto dicendomi che trova la reflex ingombrante e che le nuove tecnologie impiegate nelle mirrorless eguagliano, e a volte superano, quelle della classica fotocamera reflex in commercio.
Questo è il succo del discorso che ci ha visto divergere su una questione inerente la tipologia di fotocamera da acquistare. Questa introduzione mi da il LA per affrontare un argomento che reputo serio e di fondamentale importanza, soprattutto per i neofiti della fotografia.
Purtroppo il consumismo sfrenato che caratterizza gli ultimi anni il mondo della tecnologia, ci porta (e anch’io mi sento coinvolto) a ritenere che i prodotti acquistati diventino obsoleti non appena esce il nuovo modello. Questo modo di pensare si è così radicato nella “cultura commerciale” dei paesi industrializzati che ci sentiamo quasi in dovere di acquistare l’ultimo modello e la più recente tecnologia.
Un esempio pratico di quanto appena detto è l’ormai celebre Canon 5D Mark II. Questa fotocamera pieno formato è stata prodotta e venduta fino a fine 2011. E’ stata utilizzata per anni dai migliori fotografi di tutto il mondo però, già a partire dalla metà del 2012, a pochi mesi dall’uscita della versione successiva, la 5D Mark III è stata vista come il top dei top. Allora la versione II ha iniziato una repentina discesa sia nel prezzo che nella stima dei consumatori: oggi il prezzo dell’usato è un quarto di quello che costava due anni fa. Hanno (giustamente o no) iniziato a trovare numerosissimi difetti fino a dire che la fotocamera non rende ad alti ISO, entra polvere dappertutto nonostante sia tropicalizzata, pesa troppo e che le foto vengono male… Io non voglio sminuire i progressi che la tecnologia compie e applica in campo fotografico ma da qui a cestinare un modello di fotocamera che per lungo tempo ha scritto fotografie magnifiche…
Un altro aspetto che mi piace sottolineare è quello legato alle caratteristiche tecniche dei dispositivi reflex. Il primo fra tutti i vantaggi è quello di vedere la scena per quella che realmente è: l’immagine non passa attraverso circuiti integrati per poi essere ricomposta su uno schermino digitale. Nelle reflex la scena, in tutta la sua totalità o in parte, è vista riflessa da uno specchio e poi raddrizzata dal mirino secondo leggi ottiche e non sequenze di dati. Poi, in maniera quasi romantica, mi piace pensare che una fotocamera abbia ancora un’anima meccanica, con un cuore a molle e uno scheletro metallico… ma queste sono opinioni personali.
Oggi ci sono tanti modelli di fotocamera, delle più disparate marche e prezzi che si è veramente in difficoltà nello scegliere un modello nuovo.
A me piace pensare che la fotocamera sia uno strumento, come lo può essere una penna o un violino.
Penso che la fotografia sia quanto di più lontano ci possa essere dall’improvvisazione: spesso nei miei corsi adotto un’analogia, quella del libro. Per scrivere un pensiero o per comunicare qualcosa non basta mettere insieme delle parole una dopo l’altra, accostandole senza senso ma ci vuole qualcosa che le leghi, come la sintassi. La fotografia è questo: scrivere però con la luce. Quindi, va bene improvvisare (scrivere di getto nell’analogia precedente) ma non avere chiaro quello che si vuole scrivere è una svantaggiosa perdita di tempo. Passeggiare con una fotocamera in mano non è molto diverso da prendere in mano una penna e fissare un foglio!
In altri articoli tornerò ancora sull’argomento, cercando di delineare i punti di forza dei diversi modelli in relazione alle esigenze del fotografo che li userà.