Castillo de Santa Catalina (Cádiz) – Free Andalusia
Seduto al tavolino del mio bar, Casco antiguo, Cadiz
Da un paio di giorni non scrivo più sulla mia Moleskine. Non ne ho avuto il tempo ma per un certo verso posso dire di non averne sentito l’esigenza. In questo periodo ho avuto la possibilità di condividere le mie sensazioni con qualcuno in carne ed ossa: Amparo.
Ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo. Lei aveva appena finito un master in lingua spagnola e aveva fatto festa… era sabato sera!
La domenica mi sono svegliato con il sorriso stampato in faccia, in un letto pulito e asciutto… grazie ad Amparo ho trovato sistemazione in un nuovo ostello nel centro storico della città; fosse stato per me avrei tranquillamente soggiornato all’albergo “stazione degli autobus”.
L’ostello nel quale mi trovo, Summer Hostel Cádiz (Hospital de Mujeres 35, 11001 Cadice, Spagna – Sito web: www.summercadiz.es, Tel. 00 34 956 22 07 62), è pulito, molto carino e giovane, in pieno casco antiguo. Il prezzo è buono: 16 € per notte.
Il giorno dopo mi sveglio e faccio una lunghissima passeggiata sulla spiaggia oceanica, con la risacca che sbatte poderosa sulla battigia e i gabbiani che volteggiano nel cielo. La faccio solo, lentamente, tranquillo e senza indossare le scarpe. I piedi nudi affondano nella “arena” ed è un piacere sentire quei grezzi granelli sotto la pianta dei piedi.
Quando penso sia arrivato il momento, mi reco nella mia spiaggia-surf preferita.
Belle onde stamattina… Quando finisco la mia session mi accorgo che ho sforato l’orario di almeno due ore ma ormai Willy, il chico de la tienda del surf è diventato un amicone e non ci fa neanche caso. In acqua ho conosciuto un ragazzo, si chiama Garcia e fa lo shaper. Ha vissuto in Italia per quindici anni con la ex compagna in Emilia Romagna. Simpatico, mi fa anche provare la sua tavola. Gli chiedo il contatto facebook per avere info sulle sue tavole e magari fargli un po’ di pubblicità in Italia: al rientro mi sono poi accorto di avere perduto il foglietto!
Quando guardo il cellulare mi rendo conto che Amparo mi aveva inviato un sms. Solo dopo ho scoperto che i miei due messaggi inviati la mattina non le sono mai arrivati.
Bar Terracita di fronte alla spiaggia.
Arrivo con mezz’ora di ritardo e la trovo già lì con la sua bicicletta pieghevole color nero, ruote da venti pollici.
Cervechita? Certo. Allora andiamo di birra ghiacciata vicino all’Oceano. Lei parla uno spagnolo molto veloce e riesco a distinguere nella sua pronuncia un accento leggermente differente da quello dell gente di Cadiz. Mi piace come parla. Mi fa ridere. Vamos a comer? Certo, vamos! Sostiene che le piace tanto mangiare… io non sono da meno ma non mi conosce ancora bene!
Ora mi sono spostato davanti al Palacio de Congresos; aspetto il tipo che mi darà un passaggio fino a Siviglia.
Quante avventure in questo viaggio! Ah!
Insomma, andiamo a mangiare in un posticino nel casco antiguo molto conosciuto; si chiama La Flore e in effetti si trova nell’omonima plaza. I tapas in quel posto sono deliziosi e se li consumi al banco sono molto economici. Mi fido e la seguo. Andiamo avanti per un bel po’ di tapas, cerveza, disegnini e tante risate.
Cadiz al tramonto è meravigliosa: il sole, ad una velocità impressionante, scende sotto l’orizzonte passando dalla parte del mare e ammirarlo nel suo percorso dalle antiche mura della città è uno spettacolo unico.
Non saprei dire perchè ma Cadiz mi ricorda in qualche modo la nostra Napoli: con i suoi abitanti disponibili e simpatici, con il porto, le viuzze strette e umide.
Dopo la comida siamo andati in giro per la città semideserta a parlare, bere, ridere… ridere.
Oh! Trovato l’albero gigante! Un ficus centenario vicino “la Caleta” (la spiaggia del casco antiguo di Cadiz).
Abbiamo chiacchierato e riso per ore seduti all’interno dell’albero: infatti in una cavità tra gli enormi rami si poteva stare seduti al riparo dal vento gelido dell’Oceano e dalla luce intensa dei fari che lo illuminano. Abbiamo parlato di una miridade di cose arrivando persino all’argomento “diritti umani”. Lei è una sostenitrice dei diritti delle donne e tiene molto a questa causa.
Intanto è arrivato Manolo, il tipo che ho contattato su BlaBlaCar per il passaggio fino a Siviglia. E’ un uomo di quarantadue anni molto simpatico, con tre figli e si reca ogni mercoledì a Siviglia per seguire un corso. Il disco dei Blues Brothers è la colonna sonora del nostro viaggio in auto.
Mi racconta che sono il suo primo BlaBla Passaggio e poi quando arriviamo a Siviglia mi lascia alla stazione degli autobus soprattutto perchè non riesce a fare inversione di marcia. Pago, ci salutiamo e continuo la mia avventura.