ICC. Un particolare profilo colore secondo lo standard messo a punto dall’International Color Consortium, un organismo fondato nel 1993 da Adobe, Agfa, Apple, Kodak, Microsoft, Silicon Graphics e Sun, alle quali si sono unite molte altre aziende.
ICONA. Semplice immagine descrittiva di un programma, un comando, un file o un concetto in computer dotati di interfaccia grafica come Windows o Macintosh.
ILLUMINAMENTO. E’ la misura della quantità di luce incidente proveniente da una sorgente luminosa e che cade su una superficie. Viene misurato in lux. Un piano posto ad 1m da una sorgente di luce da 1 candela riceve un illuminamento di 1 lux.
ILLUMINATORE AF. Piccola sorgente di raggi infrarossi o luce continua visibile, presente in molte fotocamere autofocus per consentire la messa a fuoco al buio (entro 3 o 4 metri). L’illuminatore proietta un fascio di luce sul soggetto aumentandone il contrasto il modo che l’autofocus possa rilevarne la massima nitidezza. Talvolta viene usata, al posto di un illuminatore, la stessa lampada del flash che emette una breve serie di lampi.
IMAGE VIEW. Controlli che permettono di scegliere l’area di un’immagine da rendere visibile sullo schermo ed il suo ingrandimento.
IMAGESETTER/FILM RECORDER. Periferica ad alta risoluzione, maggiore di 1000dpi, che permette di trasferire su pellicola o carta fotografica un’immagine generata da computer.
IMAGING. Termine generico che indica l’insieme dei prodotti e delle attività industriali o commerciali collegate alla produzione di immagini con qualunque sistema, sia analogico che digitale.
IMMAGINE A TONO CONTINUO. E’ quella che presenta numerosi toni intermedi di grigio fra il bianco e il nero con una variazione della densità continua.
IMMAGINE AL TRATTO. Immagine ad alto contrasto priva di mezzi toni.
IMMAGINE AL VIVO. Espressione usata nel gergo grafico per indicare una fotografia che si estende ai limiti del formato di una pagina di giornale senza alcun margine.
IMMAGINE BITMAP. Immagine composta da pixel o punti. Ingrandendo un’immagine Bitmap se ne ingrandiscono semplicemente i punti di cui è composta. Ha una risoluzione determinata. Talvolta denominata Grafica Bitmap, si contrappone all’Immagine Vettoriale.
IMMAGINE DIGITALE. E’ la fotografia scattata con una fotocamera digitale o ottenuta attraverso la scansione di negativi, diapositive o stampe con un scanner. Al contrario dell’immagine all’alogenuro d’argento, quella digitale può essere duplicata senza perdita di qualita. Può essere ritoccata con relativa facilità per creare effetti speciali, aggiustamento cromatico o per restaurare originali danneggiati con un programma di fotoelaborazione.
IMMAGINE FLOU. La fotografia che pur essendo perfettamente a fuoco mostra un dettaglio molto sfumato e morbido è detta flou. L’effetto, usato specialmente nel ritratto, si ottiene o con l’uso di speciali e costosi obiettivi, con l’applicazione di un filtro diffusore sull’obiettivo standard, di una semplice calza di nylon o, infine, spalmando un sottilissimo strato di vaselina sul bordo più esterno di un filtro UV incolore.
IMMAGINE LATENTE. L’esposizione alla luce di una pellicola fotografica produce un mutamento invisibile dello stato dei grani di alogenuro d’argento sospesi nella gelatina dell’emulsione. Questo mutamento produce un’immagine latente che diventa visibile dopo il trattamento di sviluppo che ne moltiplica il segnale originale di circa un miliardo di volte.
IMMAGINE VETTORIALE. Immagine composta da elementi vettoriali determinati da espressioni matematiche invece che da pixel. Le immagini vettoriali possono essere ridimensionate senza influire sulla risoluzione, al contrario, nelle immagini ingrandite composte da pixel, la presenza dei singoli elementi risulta evidente.
IMMAGINI PANORAMICHE. Fotografie lunghe e strette che mostrano viste molto ampie di una scena. Molte fotocamere digitali offrono una modalità che aiuta a scattare sequenze di immagini che si possono poi unire un singolo scatto panoramico usando un programma. Questa operazione si chiama “spillatura delle immagini”.
INATTINICA, LUCE. E’ la luce prodotta dalle lampade di sicurezza (rosse o gialle) per camera oscura che non ha effetto sulle emulsioni fotografiche. La luce attinica ha la capacità di alterare o creare effetti chimici o elettronici.
INCHIOSTRO INK-JET. Le stampanti a getto d’inchiostro utilizzano speciali inchiostri per trasferire su carta le immagini digitalizzate. Esistono inchiostri a base di coloranti (dye) o a pigmenti. Il primo viene utilizzato nei modelli più economici ed offre una buona o ottima resa su carta, ma solo alcuni garantiscono elevate caratteristiche di permanenza nel tempo. L’inchiostro a pigmenti dà risultati di migliore qualità con una stabilità nel tempo che supera i 100 anni fino a 200 secondo i test accelerati. Per le migliori prestazioni, i due inchiostri richiedono l’uso di carte adeguate.
INDEBOLITORE. Sostanza chimica capace di ridurre (totalmente o localmente) la densità di un’immagine su pellicola gia sviluppata.
INDEX PRINT. Piccolo provino a colori formato 10x15cm nel quale vengono stampate in miniatura le immagini contenute in una pellicola o in un file. Viene fornito sia per il formato 35mm che con il formato APS. In questo caso riporta il numero di identificazione del caricatore nel quale è conservata la pellicola di origine.
INDICE DI CONTRASTO. Misura del contrasto (CI) preferita al classico gamma (inclinazione del tratto rettilineo della curva caratteristica di una pellicola bianconero) in quanto la curva caratteristica delle pellicole più recenti non mostra più un vero e proprio tratto rettilineo e perché spesso le ombre cadono al piede della curva stessa. L’indice di contrasto serve a determinare la gradazione di carta ideale per la stampa, ma non è sufficiente a garantire risultati identici da due pellicole aventi stesso indice a causa delle molte variabili (esposizione, contrasto della scena, riflessi interni all’obiettivo, ecc.). L’indice di contrasto si determina utilizzando una speciale scala graduata trasparente da sovrapporre alla curva caratteristica della pellicola.
INDICE DI RIFRAZIONE. Quando un raggio di luce monocromatica attraversa un cristallo la sua velocità (circa 300.000km al secondo) si riduce di circa 1/3 a causa della densità del mezzo. Questo rallentamento determina una deviazione dal suo andamento rettilineo detta rifrazione. L’angolo costituito dal raggio incidente con la normale del mezzo che deve attraversare è detto angolo di incidenza. L’angolo formato all’uscita del mezzo è detto angolo di rifrazione. Il rapporto tra il seno dell’angolo di incidenza ed il seno dell’angolo di rifrazione fornisce l’indice di rifrazione. L’indice di rifrazione rappresenta la capacità di un vetro ottico di deviare più o meno i raggi che lo attraversano. Ogni mezzo ha un suo indice di rifrazione costante calcolato quando il primo mezzo e l’aria. L’indice varia a seconda della radiazione (lunghezza d’onda): i raggi blu subiscono una deviazione superiore a quella del rosso. Per questo motivo, grazie al diverso indice di rifrazione dei colori dello spettro visibile, un prisma separa la luce bianca nei colori dell’arcobaleno.
INFINITO. Distanza ideale pari a circa 30-40 lunghezze focali di un obiettivo. Nella posizione di infinito i gruppi ottici di un obiettivo si trovano alla minima distanza dal piano focale. La lunghezza focale di un obiettivo è calcolata per l’infinito, ed aumenta leggermente, riducendo la distanza di messa a fuoco.
INFRAROSSO. Radiazione invisibile all’occhio umano. All’interno dello spettro elettromagnetico si estende da 720 a 1200 nanometri.
INGRANDIMENTO. Indica il rapporto fra le dimensioni di un negativo e la sua stampa di dimensioni maggiori. Un ingrandimento dieci volte il formato del negativo si indica con 10X.
INGRANDITORE. Apparecchio per la stampa dei negativi. E’ costituito da una lampada. un condensatore. un portanegativi ed un obiettivo. La testa nella quale tutto ciò e incorporato può essere spostata in verticale su una colonna per variare l’ingrandimento.
INK-JET. Vedi Stampante ink-jet.
INNESTO OBIETTIVI. Consente l’intercambio rapido degli obiettivi di una fotocamera. Una volta il più diffuso era quello a vite (come l’innesto Pentacon-Pentax 42x1mm) oggi sono quasi tutti a baionetta.
INQUADRATURA. E’ la parte della scena o dell’ambiente che viene selezionata dal fotografo attraverso il mirino.
INTENSIFICATORE. Soluzione chimica in grado di aumentare (rinforzare) la densità generale o il contrasto di un’immagine mediante aggiunta di sali d’argento metallico.
INTENSITA’ DELLA LUCE. Data una sorgente luminosa puntiforme, l’intensità di luce che arriva su una determinata superficie è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa stessa. Al contrario, dimezzandosi la distanza, aumenta di quattro volte l’intensità. (Vedi Inverso del quadrato, legge).
INTERFACCIA PARALLELA. Interfaccia tra computer e stampante attraverso la quale il computer può inviare bit multipli di informazione simultaneamente. Conosciuta anche con la denominazione di interfaccia Centronics.
INTERFACCIA SERIALE. Interfaccia tra computer ed un apparecchio seriale, come un modem o una stampante, a cui il computer invia singoli bit di informazioni in modo sequenziale.
INTERNEGATIVO. Negativo (generalmente a colori) ottenuto riproducendo una diapositiva per ricavarne una o più stampe a colori. Il sistema e stato superato dalle carte positive per la stampa diretta da diapositiva e dai sistemi di scansione digitale.
INTERNET. Vedi WWW.
INTERPOLAZIONE. Calcolo matematico che stima valori intermedi tra due valori esistenti. Nel caso delle immagini digitali, quando una foto viene ingrandita o comunque se ne modificano le dimensioni, il procedimento spesso fa uso dell’interpolazione di colori, luminosità e contrasto dei pixel per creare nuovi pixel intermedi che vanno a riempire i vuoti fra i pixel originali. La qualità dell’immagine può diventare inaccettabile qualora fosse richiesto un ingrandimento eccessivo. Il programma di fotoelaborazione offre la scelta tra l’interpolazione vicina più prossima (un procedimento rapido, ma meno accurato), la bilineare (media velocità, media precisione) e la bicubica (uniforme, precisa ma piuttosto lenta).
INVERSO DEL QUADRATO, LEGGE. L’intensità della luce che cade sul soggetto (illuminamento) da una sorgente puntiforme, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Cio significa che fatto 1 l’illuminamento alla distanza di un metro, esso sara pari a 1/4 a due metri, a 1/9 a tre metri e cosi via. Considerata infinita la distanza del sole, la legge non si applica alla luce diurna.
ISDN (Integrated Services Digital Network): Standard di telecomunicazione che permette di trasmettere via linea telefonica informazioni digitali ad alta velocità.
ISO (International Standards Organization). Ente preposto alla normativa degli standard internazionali. In fotografia la sigla Iso relativa alle pellicole fotografiche indica la loro sensibilità. Gli indici Iso hanno sostituito, accorpandoli, i vecchi indici aritmetici Asa e gli indici logaritmici Din. La sensibilità di una pellicola normale e indicata con Iso 100/21. In questo caso il raddoppio dell’indice indica il raddoppio della sensibilità. Una pellicola 200 Iso e del doppio sensibile di una da 100 Iso e richiede quindi un’esposizione dimezzata. Una pellicola da 200 Iso e, invece, sensibile la meta rispetto a una da 400 Iso e quindi richiede un’esposizione doppia. Nella fotografia digitale, la “sensibilità” del sensore viene modificata in via elettronica ed è paragonabile, in termini di esposizione, a quella delle pellicole. Le più alte sensibilità possono determinare “rumore” che causa una perdita di definizione dell’immagine ed un’alterazione dell’equiilibrio cromatico.
ISTOGRAMMA. Rappresentazione grafica unica dei toni dell’immagine digitale su cui si sta lavorando che mostra la distribuzione dei livelli di grigio o di colore. Può essere visualizzato da quasi tutti i programmi di fotoelaborazione e sugli schermi LCD di molte fotocamere quando nel modo “play”.